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STERMINIO DEGLI EBREI

Hitler aveva sempre considerato gli ebrei il nemico principale del tedesco e li aveva perciò perseguiti.

Con l’inizio della guerra, però, la persecuzione degli ebrei assunse forme e dimensioni tragiche.

Nella Polonia invasa, squadre speciali, composte principalmente da SS, cominciarono a rastrellare ebrei e a fucilarli in massa: nelle prime settimane di guerra ne furono così trucidati 250 000. Nei territori dell’Urss, abitati da numerose comunità ebraiche, altre squadre speciali uccisero 700 000 ebrei. Ma il peggio, qualcosa che era difficile perfino immaginare, doveva ancora venire. Dopo l’attacco all’Urss, i vertici nazisti si poserò esplicitamente l’obbiettivo della distruzione totale del popolo ebraico.

Tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942 fu elaborata la cosiddetta “soluzione finale del problema ebraico”, affidata alle SS e in particolare ad Adolf Eichmann. La “soluzione” prevedeva di individuare, rastrellare e raccogliere tutti gli ebrei presenti nell’Europa occupata, per poi avviarli in speciali campi dove eliminarli. Si trattava di attuare un genocidio, cioè di eliminare un intero gruppo di persone solo per la loro appartenenza a un’etnia, a una religione.

Il sistema dei campi di sterminio

Già dopo la conquista del potere, in Germania, i nazisti avevano aperto i campi di concentramento (lager), nei quali rinchiudevano gli oppositori; per esempio il campo di Dachau, presso Monaco, sorto nei primi anni trenta. Per gli ebrei, però, dall’ inizio del 1942 si organizzò qualcosa di diverso: i “campi di sterminio”, che avevano come scopo l’eliminazione dei prigionieri.

I principali campi di sterminio furono Chelmno, Treblinka, Sobibor, Dachau e Auschwitz – Birkenau.

Gli ebrei catturati in tutta Europa giungevano nei campi in vagoni- merci, molti già morti, perché il viaggio avveniva in condizioni disumane. All’arrivo erano immediatamente spogliati di ogni avere, denudati e sottoposti a una prima selezione. Le persone giudicate non abili al lavoro venivano uccise immediatamente, le altre erano avviate al lavoro forzato. A causa delle fatiche, del freddo, delle percosse, del cibo assolutamente insufficiente si sarebbero indebolite fino al punto di non poter più lavorare; a quel punto, un’altra selezione le avrebbe portate alla morte.

Nei campi di sterminio, l’uccisione dei prigionieri avveniva per mezzo di camera a gas; i cadaveri venivano distrutti attraverso appositi forni crematori. Nei campi di sterminio morirono circa sei milioni di ebrei, insieme a un enorme numero di zingari, di oppositori del nazismo e di prigionieri, in maggioranza russi e polacchi.

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